Ossigeno interno ed esterno alla pianta
Quindi azoto, fosforo e microelementi verranno assorbiti in continuo. Lo stesso di può dire dell’ossigeno: la pianta consuma ossigeno durante la notte.
Questo però non vuol dire che una vasca pesantemente piantumata possa andare in carenza di ossigeno: la pianta conserva nei propri tessuti una buona riserva del prezioso gas e quello che viene espulso dalle foglie sotto forma di pearling è solo quello in eccesso. Come vedremo in seguito, l’evenienza che la pianta produca molto ossigeno è fondamentale per la forma finale della pianta stessa.
Se lo scambio gassoso con l’atmosfera è garantito, quindi, è pressochè impossibile che ci siano problemi di anossia e che i pesci vadano in sofferenza.
Ossigeno e nutrienti
I microelementi sono per la pianta quei nutrienti necessari in quantità minuscole, ma anche quelli che creano i maggiori problemi una volta che qualcosa in vasca non va per il verso giusto.
Dobbiamo sempre pensare ad un organismo vivente come il risultato di un lungo processo di adattamento all’ambiente circostante: se la pianta ha bisogno di poco zinco, poco rame e poco manganese, è perchè in natura questi elementi sono presenti un po’ ovunque ma in piccolissime quantità, soprattutto in acqua.
Nel nostro articolo sulle richieste delle piante acquatiche, però, abbiamo avuto modo di notare che se la pianta in un corso d’acqua è a contatto con un flusso costante di quantità pari a un miliardesimo di grammo per litro di azoto, viene ogni giorno a contatto con qualche chilogrammo di azoto al giorno. In vasca, le cose non possono andare esattamente così, dato che nei nostri acquari il flusso dell’acqua non potrà mai nemmeno lontanamente avvicinarsi a quello presente in un corso d’acqua a flusso anche moderato, e le quantità di nutrienti dovranno forzatamente essere superiori.
La strategia che si usa in acquario, quindi, è di introdurre quantità abbastanza basse di nutrienti facilmente assorbibili, o quantità più elevate di elementi più difficilmente assimilabili.
Per i microelementi la strategia più comune è quella di immettere i metalli chelati, ovvero “bloccati” da una molecola che letteralmente abbraccia l’atomo di metallo, un po’ come la carta attorno ad una caramella: se la pianta vorrà “mangiare” il microelemento, dovrà prima “scartarlo”. Questo processo richiede un dispendio di energia e quindi non è immediato.
![Ossigeno e piante 4](https://www.acquarioct.it/wp-content/uploads/2021/05/r-hra-tox.jpg)
Un eccesso o una carenza di ossigeno, però, può causare degli scompensi nella quantità e nella qualità degli elementi: un eccesso di ossigeno può rendere molto difficoltoso l’assorbimento del ferro, e può causare un aumento della quantità di rame libera in vasca, dato che questa è favorita dalle condizioni ossidanti, ad esempio durante un trattamento con acqua ossigenata. Tranquilli, comunque: i problemi gravi si incontrano solo dopo periodi di trattamento molto prolungati, che sono normalmente sconsigliati proprio per questa ragione. Una carenza di ossigeno in acquario, al contrario, potrà causare una diminuzione del rame disponibile ed un aumento del ferro.
Questi scompensi si traducono visivamente nello scolorimento delle foglie, o nella distorsione delle foglie nuove, o anche alla necrosi degli apici della pianta intossicata: il rame in eccesso è tossico per qualunque forma vivente, e mortale per i vegetali.