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Melanotaenia: guizzi di colore alla conquista del mondo!

I pesci del genere Melanotaenia, originari dell’Oceania, in particolare dei corsi d’acqua della Nuova Guinea, offrono una varietà di colori in grado di conquistare il mondo acquariofilo ma, pur essendo di semplice mantenimento, restano tra i più sottovalutati dagli appassionati. In questo articolo, scritto da Maurizio Vendramini, fondatore del blog Zio Pesce e basato sul suo video Youtube che troveremo in seguito, esploreremo le caratteristiche, l’habitat naturale, la cura in acquario e lo stato di conservazione di questo affascinante gruppo di pesci.

Introduzione

Il genere Melanotaenia, noto comunemente come Pesce Arcobaleno, è composto da una varietà di pesci d’acqua dolce appartenenti alla famiglia Melanotaeniidae. 

Apprezzatissimi per la colorazione vivace, il comportamento attivo e la rusticità, le Melanotaenie si sono guadagnate, a ragione, una popolarità crescente nell’acquariofilia grazie alla loro bellezza e adattabilità.

Caratteristiche Generali del Genere Melanotaenia

Il genere Melanotaenia comprende circa 80 specie conosciute, ma il numero può variare a seconda delle nuove scoperte e della classificazione tassonomica in continua evoluzione. 

Le specie di Melanotaenia possono variare moltissimo in dimensione e colorazione, con dimensioni adulte che possono variare di 6 ai 15 cm. 

Melanotaenia lacustris e boesemani
Melanotaenia boesemani (a sinistra) e M. lacustris (a destra). Foto per cortesia di Maurizio Vendramini

Questi pesci sono noti per i colori intensi e iridescenti, che vanno dal rosso brillante al blu, al verde e al giallo. La colorazione può variare non solo tra le specie, ma anche in funzione del sesso e dell’età dell’individuo, oltre che delle condizioni ambientali e del comportamento sociale: nel periodo degli amori soprattutto i maschi possono presentare sfumature ed iridescenze veramente mozzafiato.

Tutte specie appartenenti al genere presentano una forma altamente idrodinamica, piuttosto appiattita lateralmente, con ampie pinne dorsali e anali e una caudale bilobata ad ampia superfice in grado di dare una grande spinta nel nuoto: catturarle con un retino può diventare una vera sfida!

Questa conformazione rende le Melanotaenia adatte alla vita in acque a flusso da moderato a forte o in grandi spazi dove questi pesci si spostano in banchi. Per poter apprezzare al meglio i colori, le sfumature ed i comportamenti di questi animali, sarà necessario un acquario di buon litraggio (circa 150 litri o più) e immettere in vasca un gruppo di almeno 8 esemplari.

 Il dimorfismo sessuale è evidente in molte specie: i maschi tendono ad avere colori molto più brillanti, pinne più sviluppate e una gibbosità sulla schiena che negli esemplari adulti e dominanti diventa molto evidente tipo “gobba di Salmone”.

Dimorfismo sessuale: il maschio in basso ha pinne arancio acceso o rosse e se ha più di 1 anno è presente una gibbosità, oltre a raggiungere maggiori dimensioni. La femmina rimane leggermente più piccola e ha pinne arancio pallido e corporatura più snella. Fotografia di Maurizio Vendramini

Habitat Naturale e Distribuzione

I pesci del genere Melanotaenia si trovano principalmente nei fiumi, laghi e paludi di acqua dolce di Australia e Papua Nuova Guinea, sebbene alcune specie si trovino anche in isole vicine dell’Indonesia e dell’Oceania.

Questi pesci si sono adattati a una varietà di ambienti d’acqua dolce, dagli habitat di pianura ai torrenti montani. Le acque che abitano sono generalmente calde e poco profonde, con una vegetazione abbondante che fornisce riparo e sostentamento. Le acque popolate dalle Melanotaenie variabilmente da specie a specie, possono presentarsi tenere e lievemente acide come dure e leggermente alcaline. Alcune specie si sono adattate a condizioni particolari: ad esempio, Melanotaenia splendida, una delle specie più comuni, si trova in ambienti dalle condizioni diverse, come fiumi a bassa salinità vicino alla costa o lagune con variazioni stagionali della chimica dell’acqua. 

Cura in Acquario

I Melanotaenia sono considerati resistenti, indicati anche per i neofiti e adatti alla vita in acquario, a patto che vengano mantenute condizioni di acqua pulita e buona alimentazione. Un acquario ideale per ospitare i pesci arcobaleno dovrebbe avere una capacità minima di 80/100 litri per le specie più piccole (Melanotaenia praecox), con buona capacità filtrate e movimento d’acqua da medio a forte. La temperatura dell’acqua può andare dai 20 °C in inverno ai 30 °C in estate, con un pH preferibilmente neutro che può oscillare da lievemente acido a leggermente alcalino, da 6,5 a 7,8. La durezza dell’acqua può variare (6-15 dGH), sebbene una durezza media è generalmente consigliata. Come per tutti i pesci, bisogna aggiungere che maggiore è lo spazio a loro disposizione, maggiore sarà la nostra possibilità di ammirare il loro nuoto veloce ma nello stesso tempo elegante.

Melanotaenia trifasciata (a sinistra) e M. lacustris (a destra). Fotografie di Maurizio Vendramini

Le Melanotaenie sono principalmente onnivore con predilezione per gli insetti e le piccole creature planctoniche; in acquario accettano una grande varietà di cibi: dai fiocchi e pellet commerciali a cibi freschi come larve di zanzara, piccoli crostacei e verdure. Un’alimentazione varia e bilanciata contribuisce a mantenere la colorazione brillante di questi pesci.

Le Melanotenia sono pesci di banco, ed è consigliabile allevarli in banchi numerosi della stessa specie di almeno 8/10 esemplari per poter apprezzare appieno le loro colorazioni.

La riproduzione

Un aspetto interessante del loro comportamento in acquario è la riproduzione: i Pesci Arcobaleno sono ovipari e depongono le uova tra la vegetazione, su substrati specifici o che possiamo creare noi ad hoc, come ad esempio i Mop per i Killy Fish. Personalmente ho sempre usato muschio di Giava o le radici delle Ceratopteris o di Pistia e Salvinia.

I maschi nel periodo degli amori sviluppano colori ancora più vividi per attirare le femmine e spesso compare una linea più chiara sul dorso; al contrario di altri generi in cui le femmine si liberano in una sola volta di numerose uova, le Melanotaenie prediligono deporre un numero limitato di uova ma anche quotidianamente per tutto il periodo riproduttivo che può durare diversi mesi. Se si vuole procedere ad una riproduzione razionale si può fare uso di una vasca più piccola a partire da 20/30 litri per le specie di minori dimensione, inserire un substrato riproduttivo e i riproduttore con un maschio ogni 3 o 4 femmine; questo poiché i maschi essendo molto territoriali nella disputa delle femmine potrebbero stressarsi troppo. Dopo 3/6 giorni (il tempo di schiusa delle uova può variare in base alla temperatura) si rimuovono i riproduttori.

Uova di M.praecox ingrandite: si vedono gli occhietti degli avannotti. Foto di Antonio Guagnano

Esiste uno stratagemma migliore e che può regalarci schiuse abbondanti ovverosia di prelevare direttamente dalla vasca in cui si allevano i substrati riproduttivi: un ciuffo di muschio della vasca delle vostre Melanotaenie se trasferito in una vaschetta apposita con medesima acqua può regalarci delle belle sorprese: le uova adesive (e molto resistenti tanto da non temere un contatto limitato con l’aria) avranno modo di schiudersi in tutta tranquillità regalandoci la gioia di una nuova stirpe di Melanotaenie made in Italy!

Un avannotto di poco meno di un mese. Fotografia di Antonio Guagnano

Il riassorbimento del sacco vitellino non dura molto e saranno attivi nel nutrirsi di piccole creature microscopiche (infusori e parameci) o di fine cibo polverizzato, miscelato ad acqua e ridotto a “latte”. Dopo una settimana/10 giorni saranno in grado di nutrirsi di naupli di artemia, che è sempre la migliore cosa per avannotti in crescita.

Conservazione e Minacce

Molte specie del genere Melanotaenia sono minacciate da fattori ambientali e dall’attività umana. La perdita di habitat è una delle principali minacce, soprattutto in regioni come la Nuova Guinea, dove la deforestazione, la costruzione di dighe e l’inquinamento delle acque causano la riduzione dell’habitat naturale.

Inoltre, l’introduzione di specie invasive nei loro habitat ha contribuito a una diminuzione delle popolazioni locali. Alcune specie di Melanotaenia, come Melanotaenia boesemani, sono ora classificate come vulnerabili dalla lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Il lago Sentani in Papua Nuova Guinea, dove nel 1991 sono state pescate le prime M. praecox che hanno avviato l’allevamento

Fortunatamente la M. boesemani è riprodotta con successo a livello commerciale e si spera così anche di recuperarla nel suo habitat naturale. Alcuni ricercatori stanno lavorando a piani di ripristino dell’habitat, come il ripopolamento delle specie minacciate in aree protette.

Educare il pubblico sulle minacce e sulle misure di conservazione è essenziale per garantire che questi pesci possano continuare a prosperare sia in natura che in acquario. Per contrastare queste minacce, sono stati avviati diversi programmi di conservazione, sia a livello locale che internazionale. 

L’acquariofilia responsabile può svolgere un ruolo positivo nella conservazione di alcune specie, poiché allevatori e appassionati possono contribuire alla conservazione delle specie in cattività, riducendo la pressione sulla raccolta in natura. Tuttavia, è fondamentale che gli acquariofili acquistino solo esemplari allevati in cattività e da fonti responsabili.

Conclusione

Il genere Melanotaenia rappresenta un gruppo affascinante di pesci che non solo arricchiscono la biodiversità acquatica dell’Oceania, ma che offrono anche agli appassionati la possibilità di osservare da vicino la bellezza e lo scinitillio delle loro sgargianti livree. Tuttavia, è cruciale considerare le minacce alla loro sopravvivenza e promuovere pratiche di conservazione responsabili. Solo attraverso la protezione dei loro habitat naturali e la diffusione della conoscenza sui loro bisogni e sulle minacce, possiamo garantire un futuro sostenibile per i pesci arcobaleno e il loro magnifico habitat.

Finisce qui la prima parte dell’articolo sulle Melanotaenia, nella prossima Maurizio Vendramini ci parlerà della sua esperienza pluriennale nell’allevamento della Melanotaenia praecox. A presto!