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La maturazione dell’acquario e la sua gestione

Le diatomee e le alghe filamentose spesso infestano acquari appena allestiti. Questa “sindrome della vasca nuova” è comune nei nuovi allestimento, specialmente se si usano materiali di fondo ricchi di macronutrienti. Spesso questi problemi si risolvono da soli un po’ di tempo mentre la vasca matura e le piante si stabilizzano, ma la domanda è: cosa rende un allestimento realmente maturo? Lo scopriremo in questo articolo sulla maturazione dell’acquario e la sua gestione, tradotto da 2HRaquarist.

Introduzione

Il termine “maturazione della vasca è spesso menzionato nelle discussioni tra gli appassionati, ma cosa vuol dire in realtà? Animali sensibili come gamberi e piante particolari si adattano meglio quando vengono aggiunte ad una vasca già matura, ed una vasca in cui il periodo di maturazione è passato va incontro a meno problemi di alghe. Ma cosa rende una vasca davvero matura?

Definiamo cos’è una vasca matura

La maturazione di un acquario può essere vista da più di un punto di vista. Il primo di questi, il più conosciuto, è che le colonie microbiche devono svilupparsi. Ci sono microbi (batteri ed archea) che ossidano l’ammoniaca a nitrito e i nitriti in nitrati. Comunque, il ciclo dell’azoto non è l’unica funzione svolta dai microbi.

Questi organismi scompongono anche i rifiuti organici che causano le alghe, e possono addirittura consumare direttamente le alghe. Le alghe, infatti, sono un alimento base di molte forme di vita microscopiche. Lo sviluppo di colonie microbiche non avviene solo nel filtro, ma anche nel fondo dell’acquario, specialmente se viene usato un materiale di fondo che favorisce lo sviluppo dei microorganismi.

Nel video che segue, potrete vedere una ameba che si ciba direttamente di una alga filamentosa, bucandone la parete e “succhiandone” il materiale interno:

Il secondo aspetto sotto il quale un acquario può essere considerato maturo è che le piante hanno bisogno di tempo per adattarsi all’ambiente dopo il trapianto.

L’adattamento non riguarda solo i parametri dell’acqua nella nuova vasca, ma anche lo spettro luminoso, le differenze tra il substrato in cui sono state cresciute e quello in cui vengono collocate e il micro-clima del punto in cui vengono piantate. Inoltre le piante appena trapiantate devono radicare, e questa operazione richiede altro tempo.

I fondi a base di terriccio (compresi i soil commerciali più famosi) attraversano una transizione quando passano dall’aria ad un ambiente pieno d’acqua: molti composti organici volatili possono essere rilasciati in acqua non appena il fondo viene sommerso e anche questo fenomeno richiede tempo prima di raggiungere un equilibrio: le piante radicano meglio dopo questo periodo iniziale, specialmente quelle che hanno un apparato radicale molto sensibile.

Una volta adattate, le piante cresono in maniera più sana e si difendono meglio dalle alghe. Le piante in salute sono molto resistenti alle alghe, mentre le piante infestate sono piante in carenza o “stressate”: questa è una regola universale che si applica a tutti gli acquari.

Una vasca in cui la maggior parte delle piante si è adattata all’ambiente, e quindi è priva di alghe, crea un ambiente dove l’alga attecchisce con maggiore difficoltà in tutto il sistema acquario.

Quindi, è una scelta molto più saggia inserire le piante più vulnerabili alle alghe qualche tempo dopo l’inizio dell’allestimento, dopo che il resto delle piante si è già adattata all’ambiente.

Il segreto per mantenere in vasca molte specie di piante delicata, specialmente se vengono da colture in vitro, è piantarle in acquari in cui le altre piante si sono già stabilite e il sistema risulta stabile.

Una Cryptocoryne flaming da coltivazione in vitro. Questo tipo di coltivazione offre molti vantaggi, ma le piante sono un po’ più delicate che se coltivate in condizioni tradizionali

 

La Cryptocoryne flamingo una volta immessa in una vasca matura e sana garantisce la sicurezza nell’attecchimento.

Perchè la maturazione è importante?

Le alghe più comuni che infestano gli acquari nuovi sono le diatomee: la loro presenza è quasi una garanzia che l’ambiente non è maturo, o che il sistema biologico di una vasca matura ha subito un brutto colpo. Le alghe verdi polverose (GDA) e le alghe filamentose sono altrettanto comuni in vasche non mature.

Alcune specie di piante come le Bucephalandra sono in genere piante semplici da mantenere, ma sono ancora molto vulnerabili ad ambienti non maturi. La fotografia che segue mostra due gruppetti di Bucephalandra brownie ghost trasferiti da una vasca matura a due acquari differenti.

L’acquario a sinistra è una vasca low tech senza aggiunta di anidride carbonica che è stata avviata da alcuni mesi: la Bucephalandra si è adattata facilmente alla vasca e non è stata colpita da alghe nonostante sia stata trasferita da un acquario con aggiunta di CO2 ad uno senza.

La Bucephalandra che è stata trasferita in un acquario appena avviato, e quindi non maturo, è stata duramente colpita da diatomee ed altre alghe (immagine a destra). Questo è successo nonostante la vasca fosse addizionata di anidride carbonica e avesse tutti i parametri a norma. Quello che mancava era proprio la maturazione della vasca. Gli appassionati che prestano solo attenzione ai parametri chimici dell’acqua restano confusi sul perchè una pianta possa reagire così male anche se “i valori sono a posto”. Gli acquari di piante sono ecosistemi piccoli ma complessi in cui i microorganismi, le piante e gli animali interagiscono tutti l’uno con l’altro a livello microscopico. Non possiamo definire una vasca solo dai suoi valori chimici o fisici, cosa che molti acquariofili purtroppo fanno ancora.

Due bucephalandre trasferite da un acquario maturo ad uno maturo (a sinistra) ed uno non maturo (a destra).

Come evitare la sindrome dell’acquario nuovo ed accelerare la maturazione biologica

Partire bene con l’allestimento aiuta molto nell’accelerare la maturazione. Avere un buon flusso (6-10 volte il volume dell’acquario) su tutto il volume e un buon movimento in superficie, dove avvengono gli scambi gassosi è molto importante: maggiori quantità di ossigeno aiutano i microorganismi a propagarsi più velocemente.

Aggiungere al substrato una piccola quantità di fondo proveniente da un acquario maturo, ed aggiungere un po’ di materiale filtrante matura al filtro aiuta a “seminare” il sistema con i microorganismi giusti. Mantenere i valori dell’acqua stabili, evitando di aggiungere composti chimici non necessari e grosse fluttuazioni dei valori è altrettanto importante. Riguardo il ciclo dell’azoto: aggiungere colture batteriche in bottiglia può aiutare, ma anche i batteri hanno bisogno di tempo per insediarsi in vasca.

La raccomandazione è quella di fare partire l’acquario in assenza di piante ed animali per un paio di settimane, con il solo filtro acceso ma con le luci spente. Questo permette ai microorganismi di popolare il substrato ed il filtro. In questo periodo sarà possibile osservare anche la maturazione del ciclo dell’azoto: mentre l’ammoniaca viene assorbita velocemente dalle piante come fonte di azoto, alti livelli di questo composto scatenano le alghe e fanno sciogliere le piante più delicate.  È quindi meglio, in generale, inserire le piante solo dopo che il ciclo dell’azoto si è ben sviluppato.

Scegliere di inserire in acquario con prima piante più robuste renderà la vasca più resistente alle alghe. Evitate di inserire specie difficili o particolarmente selettive sui valori finchè la vasca non sarà matura: le piante robuste si adattano facilmente al nuovo ambiente, e diventano subito resistenti alle alghe, creando un ambiente dove queste non si manifestano facilmente. Più la vasca è riempita con piante in salute, più il sistema vasca sarà resistente alle alghe.

Un’altra scelta importante è quella di piantare piante a crescita lenta, piante difficili o vulnerabili alle alghe. Bucephalandre, Utricularia graminifolia, e piante in vitro non andrebbero inserite in allestimenti non maturi.

Recuperare dall’infestazione algale iniziale dopo l’aggiunta delle piante

Una volta seguiti i consigli dati finora, la comparsa delle alghe dovrebbe essere minimizzata. In ogni caso, non è difficile andare incontro alla comparsa di alghe circa una settimana dopo la piantumazione. Cosa possiamo fare, in questo caso?

La prima cosa da fare è mantenere la calma e non fare grossi cambiamenti di gestione che sconvolgerebbero ulteriormente il sistema. Se il sistema è stato ben impostato, a livello di aggiunta di CO2, flusso, luce e nutrienti, non lanciamoci in modifiche radicali, che potrebbero fare più male che bene al sistema. Come abbiamo detto, le piante hanno bisogno di tempo per stabilizzarsi e cambiare i parametri in continuazione rende il loro adattamento più complicato: manteniamo i valori fissi e stabili. La maggior parte delle piante cresce in un ampio intervallo di parametri, quindi ricercare strenuamente la precisione per un valore non porta a null’altro che ad un “effetto placebo” o alla sensazione di avere fatto qualcosa di buono, ma nulla più di questo.

La seconda cosa da fare è effettuare una pulizia delicata, ma completa, della vasca. Se le diatomee e le alghe filamentose hanno ricoperto le piante, potremmo provare a rimuoverle meccanicamente per quanto possibile mentre sifoniamo o facciamo un cambio d’acqua. Normalmente, in questo momento iniziale si accumula molto detrito organico: questo andrebbe rimosso aspirandolo mentre si effettuano i cambi. Parleremo in un articolo futuro di come si effettua questa operazione. Grossi cambi d’acqua rimuovono i rifiuti organici dall’acqua e aiutano a rimuovere le alghe meno tenacemente attaccate alle piante e le spore. In vasche non ancora mature, i cambi d’acqua aiutano a rimuovere l’ammoniaca in eccesso, che è uno dei principali fattori di sviluppo delle alghe.

Se l’acquario è molto poco piantato, si può considerare l’aggiunta di piante più robuste e di facile gestione. Una vasca completamente piantumata matura e supera la fase di esplosione delle alghe più velocemente di una poco piantumata.

L’ultima cosa da fare è essere pazienti ed aspettare. La maturazione richiederà alcune settimane, o qualcosa in più in alcuni casi. Spesso le diatomee e le alghe filamentose possono ricoprire completamente le piante esistenti e fare sembrare che le cose stiano andando molto, molto male. In ogni caso, una volta che le piante si saranno adattate al sistema maturo, spariranno molto velocemente.

Ricordate il gruppetto di Bucephalandre che era stato colpito duramente dalle alghe dopo essere stato trasferito in un acquario nuovo? La fotografia a destra mostra come le cose sono migliorate nel giro di sole due settimane. Questi cambi improvvisi possono avvenire velocemente se vengono prese tutte le precauzioni necessarie per affrontare il problema. Nel caso particolare, è stato dosato un po’ di 2HR APT Fix sulla Bucephalandra per accelerare il processo di pulizia delle alghe, mentre venivano effettuate le operazioni di pulizia descritte in precedenza. Comunque, nessun parametro, inteso come luce, pH, o fertilizzazione è stato cambiato ed è stato solo permesso alla vasca di maturare con calma.

La Bucephalandra inserita nell’acquario non maturo è notevolmente migliorata dopo sole due settimane di buona gestione dell’acquario